Psoriasi, lo stress non solo un rischio ma un fattore scatenante
2,5 mln i malati in Italia, forma moderata-grave per 1 su 5
Una malattia complessa, con ricadute anche relazionali, in cui lo stress gioca un ruolo specifico. E’ la psoriasi, malattia immunitaria al centro di un simposio dal titolo “È lo stress a causare la mia psoriasi? Le risposte biopsicosociali”, organizzato nell’ambito del 91esimo Congresso Nazionale della Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST) in corso a Genova.
“La psoriasi è una malattia che può essere molto dolorosa e difficile da trattare, che ha un impatto significativo sulla vita di una persona, con comorbidità fisiche e psicologiche che interagiscono in una menomazione permanente. E’ quindi importante non solo curarla, ma interagire con il paziente affinché questi possa viverla al meglio, innalzando le proprie aspettative di qualità di vita”: ha spiegato Aurora Parodi, Direttore della Clinica Dermatologica Ospedale S. Martino di Genova, Presidente dei lavori e moderatrice del simposio.
L’eziologia della psoriasi non è ancora chiaramente conosciuta e comprende tutta una serie di assunzioni che implicano meccanismi fisiologici complessi. Insieme alla predisposizione genetica, anche i disordini psichici e mentali e lo stress risultano giocare un ruolo centrale. In Italia, secondo le stime più recenti, sono circa 2,5 milioni i malati affetti da psoriasi. La maggior parte delle persone affette da questa patologia (circa il 80%) soffre di psoriasi a placche, nella forma lieve o moderata, mentre circa il 20% è colpito da una forma moderata-grave tale per cui, in alcuni casi, è necessaria l’ospedalizzazione.
La psoriasi ha un grave impatto sulla qualità della vita del paziente, ma nonostante questo essa rimane spesso una patologia sottovalutata. “E’ proprio su questo aspetto che bisogna vigilare – afferma Antonio Costanzo, ordinario di Dermatologia all’Università Humanitas- la psoriasi è una grave malattia cronica che, se non trattata, può mettere i pazienti ad aumentato rischio di altre gravi condizioni di salute, tra cui malattie cardiache di una certa rilevanza. L’interleuchina IL-17A, è una citochina che svolge un ruolo chiave nel sostenere l’infiammazione sottostante alla psoriasi. I farmaci che si sono dimostrati più efficaci sono quelli che agiscono direttamente su questa proteina. A livello EMA, ad esempio, è stato da poco approvato, un nuovo trattamento, Ixekizumab, che evidenzia dati positivi con elevati livelli di scomparsa totale delle lesioni”.
La ricerca va proprio in questa direzione: offrire al paziente cure che superino gli standard attuali e rispondano alle sue aspettative non solo di risoluzione delle placche ma anche di recupero di una soddisfacente qualità della vita dal punto di vista emozionale e relazionale.
Fonte: Askanews.it
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