Un cucciolo allunga la vita: studio sui benefici ai cardiopatici
Centro Cuore di Malpensa: Fondazione Iseni lancia la pet therapy
Un cucciolo allunga la vita. Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Circulation non lascia spazio a fraintendimenti: chi soffre di patologie cardiovascolari se adotta un cagnolino vive più a lungo. Lo studio mette in evidenza i benefici sulla salute derivanti dalle attività fisiche e dal coinvolgimento emotivo conseguenti all’impegno di prendersi cura di un cane. Certo l’adozione di un cucciolo non deve essere intesa di per sé come primo o unico presidio per la riduzione del rischio cardiovascolare, ma i benefici sono evidenti: lo studio infatti associa all’interazione con un animale domestico una riduzione evidente della mortalità nei soggetti ammalati. Anche sulla scorta di questi ulteriori riscontri scientifici Fabrizio Iseni, presidente della Fondazione Iseni, e il direttore generale degli “Istituti di Ricovero e Cura di Lonate Pozzolo” in provincia di Varese, dottor Andrea Macchi, con tutto lo staff di cardiologi, avviano dal 1 febbraio – primi in Italia – la pet therapy per i malati cardiopatici che si affidano alle cure del Centro Cuore di Malpensa.
In sostanza gli specialisti del servizio di Cardiologia della clinica suggeriranno ai malati l’adozione di un cucciolo, mostrando, dati scientifici alla mano, i vantaggi terapeutici di questa “terapia a quattro zampe” e, grazie alla convenzione che la Fondazione ha stipulato con Animal’s Emergency Onlus, una delle migliori associazioni lombarde che si occupa di assistere gli animali abbandonati, provvederanno a trovare e ad assegnare il cucciolo più adatto per la pet therapy cardiologica. “Da tempo a Lonate abbiamo rimesso l’uomo al centro della medicina – ha spiegato Fabrizio Iseni – e avviare concretamente la pet therapy significa migliorare la qualità della vita dei pazienti, come dimostrano gli studi scientifici, prolungandola sensibilmente; nel contempo significa dare una casa e una famiglia agli animali abbandonati. E’ evidente l’importanza che i cuccioli avranno per i malati e per le famiglie; siamo quindi certi che riceveranno le massime attenzioni”.
La pet terapy, ovviamente, sarà complementare alle primarie e avanzate terapie cardiologiche, ma la sua efficacia non va sottovalutata: “La rivista scientifica Circulation, in un recente articolo dal titolo “Pet ownership and cardiovascular risk” ha confermato il valore e l’efficacia della pet therapy – spiega Andrea Macchi, cardiologo – nei pazienti con malattia cardiovascolare è stata dimostrata una associazione molto forte tra la presenza di un cane e la riduzione della mortalità. Un dato che ha dell’incredibile: la sopravvivenza è superiore rispetto a quella dei pazienti che non hanno un cucciolo in casa. Il beneficio dato dalla presenza dell’animale di compagnia è indipendente dalla severità della malattia e dalle misure mediche messe in atto. Un dato dunque empirico che trova spiegazioni, ad esempio, nel fatto che il cane impone al padrone una certa attività fisica, donando anche serenità e affetto, condizioni assolutamente indispensabili per stare meglio”.
L’iniziativa, lanciata dalla Fondazione Iseni, vede l’adesione dall’associazione Animal’s Emergency Onlus di Trezzano sul Naviglio, cinquemila volontari coordinati dal presidente Nino Ussia. La Onlus fornirà gli animali – recuperati da vicende di abbandono e dunque alla ricerca di una casa e di una famiglia che li ami e che si prenda cura di loro – e a seguirne l’intero inserimento nell’ambiente del paziente.
In sintesi l’articolo “Pet ownership and cardiovascular risk” pubblicato su “Circulation” evidenzia una serie importante di benefici derivanti dalla relazione con un animale domestico: la presenza di un cane viene è associata ad una minore pressione sistolica; nei soggetti che hanno un animale i livelli di colesterolo e di glicemia sono minori; i soggetti con un cane fanno più attività fisica, raggiungendo i livelli raccomandati in un corretto stile di vita per la prevenzione cardiovascolare primaria e secondaria; e infine una migliore risposta allo stress con frequenza cardiaca basale e pressione arteriosa basale più basse nei soggetti che possiedono un animale. Chi possiede un animale presenta un incremento minore di frequenza e pressione in seguito a stress e recupera più rapidamente alla rimozione dell’evento stressante; una reisposta che lo studio evidenzia soprattutto già a sei mesi dalla adozione. Infine viene sottolineato il risultato sulla sopravvivenza: nei pazienti con malattia cardiovascolare è stata dimostrata una associazione molto forte tra la presenza di un cane e riduzione della mortalità. Il beneficio della sopravvivenza sarebbe indipendente dalla severità della malattia e dalle misure mediche messe in atto. L’associazione “sopravvivenza e riduzione della mortalità” in presenza di animale non è stata invece evidenziata nei soggetti senza malattia cardiovascolare documentata. Adottare un cane, quindi fa bene al cuore, soprattutto se fatto con il cuore.
Fonte: Askanews.it
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